Uno sguardo su Gorizia e la sua Provincia

 

La Provincia di Gorizia

La provincia di Gorizia, posta a ridosso del confine orientale italiano, è una delle più piccole province d’Italia, ma nella sua superficie di 469 Kmq chiude notevoli bellezze naturali e memorie storiche di grande interesse. A nord la zona collinare del Collio presenta itinerari di notevole pregio paesaggistico soprattutto seguendo la strada del vino e delle ciliegie che da San Floriano del Collio porta fino a Mernico in un rincorrersi di colli noti per le loro uve e i vini pregiati. A est del Collio, nella conca che lo divide dall'aspro Carso, si adagia, all'ombra del Castello, Gorizia, il capoluogo ricco di viali e di giardini, di palazzi e monumenti che ricordano la lunga storia lontana e recente che ha segnato, a volte tragicamente, il suo volto. L'Isonzo, che attraversa tutta la Provincia prima di giungere al mare Adriatico, crea suggestivi paesaggi delimitando la parte occidentale della città. Più a sud, il Carso si presenta con la sua dura bellezza, sottolineata dai vivaci colori della vegetazione. Queste colline rocciose sono state il teatro delle più cruente battaglie della prima guerra mondiale a testimonianza delle quali, sulle sue pendici, sorge il grande sacrario militare di Redipuglia, meta continua di turisti e pellegrini. Davanti al Carso, si estende verso occidente la fertile pianura attraversata dall'Isonzo. A nord, sulla destra del fiume, Gradisca d'Isonzo si offre con la sua fortezza e le chiese di notevole interesse artistico. A sud, alla sinistra dell'Isonzo, Monfalcone racchiude i ricordi del passato e la vita operosa del presente tra la Rocca e i più grandi cantieri navali d'Italia. Il litorale adriatico della provincia di Gorizia ha il suo centro nell'Isola di Grado, emergente nella suggestiva laguna, con le sue spiagge, il centro termale e la storia racchiusa attorno alla antica basilica di Sant'Eufemia, circondata dalle caratteristiche calli.

 

 

Il Collio

Un rilassante susseguirsi di dolci pendii attorno al verde intenso della piana del Preval: questo è il Collio per chi lo guardi dall'alto di San Floriano presso Gorizia o dal monte Quarin, sopra Cormòns, capoluogo mandamentale di questa zona che si estende a nord della Provincia, da Gorizia fino a Dolegna e Mernico.

Le pendici dei colli, oltre a preziose aree boscose, accolgono le viti che hanno reso famoso nel mondo il vino del Collio nelle sue varie qualità. Non per nulla la strada che lo attraversa, da Gorizia fino a Mernico, è stata una delle prime, se non la prima "strada del vino" in Italia. Partendo dal ponte di Piuma, sale dolcemente verso il Sacrario di Oslavia, monumento-ossario dedicato ai caduti della prima guerra mondiale, e raggiunge San Floriano del Collio a quota 277. Il colle visibile più a sud è il Monte Calvario, teatro di cruente battaglie nella Grande Guerra per la conquista di Gorizia da parte dell'esercito italiano. Scendendo rapidamente la strada arriva a Giasbana, prima di entrare nella pianura del Preval. Più a occidente, passa accanto al Parco Naturale di Plessiva e poi sale ancora a Ruttars e si dirige infine verso Dolegna e Mernico, sulle sponde dello Judrio, fiume che un tempo segnava il confine tra il Regno d'Italia e l'Impero asburgico. Il percorso è costellato di trattorie e ristoranti dove i vini tipici della zona invitano a una piacevole sosta. Scendendo da Dolegna e ritornando verso Gorizia, sulla Statale 56, una serie di paesi fanno corona alle colline che degradano a sud nella pianura cormonese-gradiscana. Da Brazzano si arriva a Cormòns, graziosa cittadina friulana, centro agricolo fiorente noto per l'artigianato del mobile. Sovrastata dal Monte Quarin, racchiude in sé memorie di un passato storico che la vide sede temporanea del Patriarca di Aquileia e località scelta da nobili famiglie per la loro residenza. Particolarmente interessante il Duomo. Proseguendo verso il capoluogo provinciale si incontrano ancora Capriva, Mossa e, alle porte della città, Lucinico. Più all'interno località amene come Blanchis di Mossa e Spessa vicino a Capriva. La parte collinare della provincia di Gorizia risponde alle più svariate esigenze con la sua molteplicità di richiami: il Parco di Bosco Plessiva, dietro Cormòns e il Quarin, la pesca sportiva in laghetti attrezzati, campi di bocce, interessanti soggiorni nelle fattorie, la possibilità di noleggiare cavalli per lunghi tragitti in un morbido paesaggio. Nei paesi, da maggio a settembre, si susseguono le sagre con i balli sotto le pergole, le mostre dei vini locali che si possono assaggiare anche nelle numerose "privade" che costellano l'intero Collio.

 

 

Gorizia

Strategico e importante punto di incontro tra le genti veneto-friulane e il mondo slavo, Gorizia si distende nella piana coronata da una parte dalle colline del Collio, dall'altra dalle Prealpi e a sud dalle pendici del Carso. È la pianura dove il fiume Isonzo esce dalle montagne e si allarga nel suo correre verso il mare, dopo aver raccolto le acque del Vipaco, il fiume che segna l'antico percorso nella valle di Aidussina verso la capitale della Slovenia, Lubiana.

Dominato dall'antico castello che per quattro secoli fu sede dei potenti Conti di Gorizia, il capoluogo isontino è un susseguirsi di viali e giardini che gli valsero un tempo l'appellativo di "Nizza d'Austria". La parte più antica della città, che gli storici dicono nata attorno all'anno mille, è raccolta nel Borgo del Castello e subito sotto le possenti mura rivolte a ovest, dove lo sguardo spazia oltre l'Isonzo verso la pianura friulana. Nello stesso Borgo si trova la sezione dei Musei provinciali dedicata alla storia e alle tradizioni locali che, assieme al vecchio maniero, offrono un interessante spaccato della secolare vita di Gorizia. Sono poi numerose le testimonianze di un passato di notevole rilievo mitteleuropeo sparse nel contesto di una città cresciuta ordinatamente soprattutto nel Settecento, sotto l'influsso di Maria Teresa d'Austria: la dimora dei Lantieri (già castello Schoenhaus, 1300) ospitò alcuni imperatori, Papa Pio VI, gli ultimi Borboni di Francia e uomini di cultura come Metastasio e Goldoni; trecentesco è anche il palazzo dei conti Rabatta che nel Settecento fu il più raffinato cenacolo culturale della città; la villa dei conti Coronini, immersa nel verde del parco, è del '500 e in essa morì Carlo X di Borbone. Altri palazzi testimoniano la predilezione di grandi casati per la città di Gorizia. Palazzo Coblenz, oggi Arcivescovado, è del '500; palazzo Strassoldo è del 1460 e quello dei conti Thurn, oggi sede della Prefettura è del 1540. Certamente uno dei più ammirati è il palazzo Attems, sede oggi del Museo e dell'archivio storico provinciale, che è stato realizzato su disegno del maggiore architetto goriziano del Settecento, Nicolò Pacassi, autore anche del palazzo del Comune. Sono interessanti sotto il profilo storico e artistico anche la chiesetta trecentesca di Santo Spirito in Borgo Castello, il Duomo (1365), la chiesa di San Rocco (1623), la chiesa che domina l'ampia Piazza della Vittoria, dedicata a Sant'Ignazio (1654) e la chiesetta dell'Immacolata (1682).

Gorizia non è però ferma nel ricordo del passato. La sua posizione geografica, anche dopo le tragiche vicende seguite alla seconda guerra mondiale che mutilarono il territorio provinciale, favorisce l'attività commerciale ed economica nell'ambito degli scambi con i Paesi dell'est. Una politica di confine accorta ha reso i confini tra Italia e Slovenia i più aperti d'Europa. In questo contesto ogni anno si tiene a Gorizia la Fiera internazionale dell'est "Expomego". Ma la stessa posizione geografica è anche all'origine di una attività culturale protesa alla collaborazione tra popoli diversi. A Gorizia si tengono infatti gli incontri culturali Mitteleuropei, il concorso e la parata folcloristica internazionale "Castello di Gorizia", il concorso internazionale di canto corale "Seghizzi" e il concorso internazionale di Violino "Rodolfo Lipizer".

 

 

Il Carso

La natura e la storia degli avvenimenti umani hanno dato all'altopiano carsico isontino un duplice motivo di interesse: l'ambiente naturale e le testimonianze delle epiche battaglie della prima guerra mondiale. Dai confini di Gorizia, il Carso scende fino a Monfalcone e, poco oltre, nella provincia di Trieste si getta a picco sul mare formando meravigliose costiere. È un altopiano aspro, calcareo, solcato da varie incisioni e da due depressioni nelle quali i fiumi sotterranei formano il Lago di Doberdò e il laghetto di Pietrarossa. Il paesaggio, roccioso e confortato da scarsa vegetazione è però suggestivo e originale soprattutto per la molteplicità di colori che mutano con il passare delle stagioni, raggiungendo in autunno il massimo dello splendore con punte di rara bellezza cromatica. Pittori e artisti sono attratti da questa fantasmagoria di colori che si sprigiona dalla flora carsica. Ma il Carso è conosciuto e frequentato anche da speleologi e cultori della natura, per le sue particolari cavità naturali, per la presenza dei laghetti alimentati da fiumi sotterranei e per l'ambiente particolare che si è formato attorno al riaffiorare dell'acqua in un territorio particolarmente arido come questo. In questa zona, nei comuni di Doberdò e di Monfalcone, la Regione Friuli-Venezia Giulia ha stabilito ambiti di tutela naturale, che si estendono anche ai laghetti delle Mucille nel territorio di Ronchi dei Legionari. I colli dell'altopiano carsico, prime asperità nella estrema parte orientale della pianura veneto-friulana, sono stati abitati fin dall'antichità dalle popolazioni preromane che costruirono numerosi "castellieri" sulle sommità del Carso. Alcuni sono ancora oggi individuabili, altri sono stati distrutti mentre quello costruito sul monte che sovrasta Monfalcone si è trasformato nei secoli un una storica rocca.

Una fitta rete di strade che collega tutti i centri del Carso isontino permette di visitare i luoghi resi famosi dalle cruente battaglie della prima guerra mondiale che videro cadere a migliaia soldati italiani, austriaci e ungheresi. Due sono le località principali per questa memoria storica: il Monte San Michele e il Sacrario militare di Redipuglia. Il San Michele, con il Monte Calvario e il Sabotino, era uno dei pilastri della difesa austriaca di Gorizia. Contro questo monte fortificato e difeso dagli austriaci, la fanteria italiana si lanciò in sei storiche battaglie che costarono la vita a oltre duecentomila uomini. Il Museo della Guerra sul San Michele ricorda i fatti d'arme, mentre l'imponente Sacrario di Redipuglia, dove sono raccolti i resti di centomila caduti, testimonia il grande sacrificio di vite umane pagato alla guerra sul Carso. Attorno al Sacrario, ma anche un po' dovunque sul Carso, si possono vedere i resti di lunghe trincee e camminamenti scavati nella dura roccia. Sulle pendici carsiche sopra Fogliano si trova la Chiesetta di Santa Maria in Monte, sorta al centro di una costruzione militare veneziana a stella, che conserva affreschi murali del sedicesimo secolo, certamente i più significativi esistenti nella intera provincia isontina. La principale arteria di scorrimento sul Carso isontino è la strada del Vallone (Gorizia-Trieste), seguita dalla provinciale Ronchi dei Legionari-Doberdò-Bivio Devetacchi, ma sono agevolmente raggiungibili anche le località di San Michele e San Martino del Carso con le strade che salgono sia da Sagrado e da Poggio Terza Armata che da Doberdò del Lago.

 

 

La pianura isontina

Lasciata alle spalle Gorizia, uscendo dalla città dal ponte IX Agosto, una serie di piccole colline ci accompagna verso la pianura. Alla destra dell'Isonzo si estende l'agro cormonese-gradiscano con i pregiati vigneti di Angoris e le estese coltivazioni attorno ai centri di San Lorenzo, Moraro, Mariano del Friuli, Medea, Romans e Villesse. Prima di arrivare a Gradisca d'Isonzo, importante località per la storia di queste terre, incontriamo Farra d'Isonzo, paese agricolo nel quale si trova un centro dedicato alla conservazione di tutto quanto rappresenta l'antica civiltà contadina della zona. Sul colle di Medea si erge l'Ara Pacis, monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre e di tutti gli eserciti del mondo. Alla sinistra dell'Isonzo, delimitata dal fiume e dalle pendici del Carso, incomincia a Sagrado la bassa pianura isontina che comprende i centri agricoli di Fogliano-Redipuglia, San Pier d'Isonzo, Turriaco e San Canzian d'Isonzo. A oriente sorgono Ronchi dei Legionari, dove si trova l'aeroporto del Friuli-Venezia Giulia, e l'importante centro di Monfalcone. La pianura, solcata da numerosi canali, si estende fino al mare Adriatico offrendo un litorale di grande interesse naturalistico. Le foci dell'Isonzo creano un ambiente naturale che per il suo pregio costituisce la parte più importante del "Parco dell'Isonzo", una zona di tutela ambientale che si estende lungo le sponde del fiume per tutta la parte finale del suo corso.

 

 

Gradisca d'Isonzo

Sulla sponda destra dell'Isonzo, all'aprirsi della grande pianura friulana, Gradisca è una città che deve il suo sviluppo storico, denso di importanti avvenimenti, alla sua posizione "strategica", vicina alla confluenza delle strade che da ovest portano verso Gorizia e Lubiana e, a sud, verso Monfalcone e Trieste.

La sua fortezza, eretta dai Veneziani nella seconda metà del '400 per contrastare le invasioni dei Turchi, è testimonianza di questa importanza strategica. Il centro storico, accanto al castello veneto testimonia la floridezza della laboriosa città nei numerosi palazzi, nel Duomo e nella chiesa dell'Addolorata. Uno dei più antichi edifici è il Palazzo dei Provveditori Veneti (XV sec.) che ospita nelle sue sale quattrocentesche l'Enoteca Regionale Permanente "Serenissima", prestigiosa vetrina dei vini pregiati del Friuli-Venezia Giulia. Gran parte del patrimonio storico di Gradisca è custodito nel lapidario civico sito nella Loggia dei Mercanti (XVII sec.) dove si trovano reperti delle epoche romana, aquileiese, veneziana, imperiale e della Sovrana Principata Contea. Gradisca si è sviluppata al di fuori delle antiche mura con una saggezza urbanistica che ha saputo conservare un immenso patrimonio di verde pubblico. I parchi pubblici, accanto alla tranquilla vita del centro storico, danno a questa cittadina la apprezzata caratteristica di essere "a misura d'uomo", rilassante e distensiva. Centro di fervida vita culturale, Gradisca ha la sua struttura più importante nella Galleria Regionale Permanente di Arte Contemporanea intitolata a Luigi Spazzapan, nella quale è ospitata la più completa collezione pubblica delle opere del grande pittore gradiscano che ha raggiunto fama europea. Vi si trovano pure opere dei più significativi artisti del Friuli-Venezia Giulia.

 

 

Monfalcone

Il Carso, contro le cui pendici si spegne la pianura veneto-friulana, e il mare, che raggiunge qui la sua punta più settentrionale, fanno di Monfalcone l'unico passaggio verso Trieste attraverso le grandi vie di comunicazione. Sopra la città, sul colle carsico che la sovrasta, si trova la Rocca, antico fortilizio che testimonia l'importanza delle vie di comunicazione che fin dall'antichità risalivano il Carso verso Oriente. Nella Rocca, visibile oggi nella struttura ideata dalla Repubblica di Venezia per la difesa dei confini orientali, ha la sua sede il Museo Paleontologico nel quale sono raccolti numerosi reperti fossili provenienti in gran parte dall'arco alpino orientale. Nei tempi moderni Monfalcone è diventata famosa come sede del più grande cantiere navale italiano, sorto nei primi anni di questo secolo e potenziato fino a costruire nei suoi bacini le famose superpetroliere da 250mila tonnellate. Lungo il litorale monfalconese si trova l'attrezzato centro motovelico Hannibal, dove sostano numerose imbarcazioni italiane, austriache e tedesche, che da lì possono partire per lunghi itinerari lungo le coste italiane e jugoslave dell'Adriatico. Monfalcone, oltre a essere un moderno centro industriale, è sede di numerose piccole aziende che operano nel settore della nautica da diporto con la costruzione di imbarcazioni e la confezione di vele conosciute in Italia e all'estero. A ovest di Monfalcone si trovano i Comuni di Ronchi dei Legionari, sede dell'aeroporto civile più orientale d'Italia, Staranzano e San Canzian d'Isonzo centro archeologico riguardante l'epoca romana, quando la località ospitava un porto a servizio dell'antica Aquileia.

 

 

Il litorale

Da Monfalcone a Grado, il litorale della Provincia di Gorizia offre le spiagge di sabbia più a nord del mare Adriatico accanto ad ambienti naturalistici di grande pregio. Sulla sinistra della foce dell'Isonzo, che entra nel mare a Punta Sdobba, si trova l'isola della Cona. Il paesaggio che si offre al visitatore è tipico delle zone palustri dove l'acqua dolce si mescola con quella del mare. Quest'isola disabitata è diventata un rifugio per l'avifauna, specie nei periodi dei passi migratori. È un ambito di tutela ambientale compreso nel Parco dell'Isonzo. Proseguendo verso Grado sulla litoranea che parte da Monfalcone, prima di giungere sull'Isola del Sole, si trova la Valle Cavanata, la zona umida più importante del Friuli-Venezia Giulia e riconosciuta di valore internazionale dalla convenzione di Ramsar (Iran). Sono 240 ettari di tranquilli specchi d'acqua, isolotti, limitate estensioni di terra emersa coperta da folta vegetazione, paradiso per molti uccelli nel tempo delle migrazioni. La Valle non si può attraversare, ma dalla strada che corre lungo il canale Averto si può osservare in tutta la sua ricchezza naturalistica. Più avanti, dal ponte di Primero si entra nella lunga striscia di terra che separa il mare da una meravigliosa laguna. È l'isola di Grado che su una antica e illustre storia ha innestato la moderna immagine di centro balneare e termale di risonanza internazionale.

 

 

Grado

Grado da quasi un secolo appartenente all'aristocrazia delle più apprezzate località marine d'Italia, è una deliziosa cittadina dove vecchio e nuovo, tradizione e modernità convivono in perfetta armonia. Un tessuto urbano antichissimo, ricco di fascino e di memorie, nobilitato da un complesso monumentale di grande rarità ha visto crescere accanto a sé con discrezione una delle più eleganti e frequentate stazioni di soggiorno e di cura. Attorno all'Isola, da una parte il mare e dall'altra la magica bellezza della laguna, ambienti ancora intatti per il godimento di chi ama la natura. Particolarmente celebrata è la dolcezza dei numerosi arenili, ora perfettamente attrezzati, ora rimasti allo stato vergine e alcuni raggiungibili solo dal mare. La spiaggia principale, esposta a sud, è lunga quasi quattro chilometri; sempre ordinata e pulita, è un vero salotto in riva al mare, dotata dei servizi più moderni e valorizzata da una serie di impianti balneari e curativi tra i più funzionali e completi d'Europa. Grado è stata infatti scoperta, prima ancora che come località di villeggiatura, come stazione climatica e curativa fin dal lontano 1892. Oggi, le moderne Terme Marine con l'annessa grande piscina termale coperta, il Solarium e i due stabilimenti Psammatoterapici, formano un centro talassoterapico tra i più completi e affermati. Per le cure termali le stagioni climatiche ideali sono la primavera e l'autunno e per questo motivo sono sempre più numerosi gli ospiti che scelgono tali periodi per le loro vacanze sull'Isola. Grazie al suo particolare clima, Grado offre una stagione turistica lunga, da maggio a ottobre, e non ristretta ai soli mesi di luglio e agosto. Proprio per questo Grado è scelta come sede di numerosi congressi scientifici (qualificatissimi quelli medici) che vengono accolti nel Palazzo Regionale dei Congressi, un elegante edificio con un auditorium centrale capace di oltre 1.000 posti, nel quale si svolgono anche numerose iniziative ad alto livello: concerti, spettacoli teatrali e di danza, incontri culturali e rassegne d'arte. Il turista che si reca a Grado per la balneazione e le cure termali ha anche la possibilità di un turismo storico-culturale di notevole interesse. La visita della città vecchia è un tuffo nel passato attraverso le calli che portano alla grande basilica di Sant'Eufemia (consacrata nel 579) ornata da un mosaico pavimentale che è considerato l'ultimo capolavoro della grande tradizione musiva di Aquileia. Altri monumenti che ricordano l'antica vitalità dell'isola si possono visitare nel centro storico, mentre nella laguna campeggia l'isola di Barbana, con il celebre santuario le cui origini risalgono al 583.

 

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